Quando trascorro del tempo immersa in paesaggi naturali mi accorgo che la mia immaginazione si risveglia, ho l’impressione che il flusso di pensieri si faccia più largo e risulti più semplice considerare soluzioni nuove.
L’insieme di studi e ricerche riguardanti gli effetti che il tempo trascorso in natura produce sul nostro corpo e sulla psiche è poderoso, alcuni di essi si soffermano proprio sulla relazione tra la creatività e l’esperienza di contatto con la natura.

Un recente articolo pubblicato sul magazine Allos Australia della dottoressa Delia McCabe, dal titolo “The Neuroscience of Nature: How time Outdoors Benefits your Brain” (Le neuroscienze della natura: come il tempo trascorso in natura produce benefici per il tuo cervello), si è soffermato tra gli altri proprio su questo aspetto.
Nel nostro cervello esistono diverse reti neurali che svolgono una varietà di funzioni. Una di queste reti è la “rete in modalità predefinita”, più conosciuta con l’acronimo inglese di DMN (Default Mode Network).
Il DMN è definito come una rete di regioni cerebrali interconnesse che si innescano quando non siamo attivamente concentrati su qualcosa.
Quando siamo immersi in natura la nostra attenzione sperimenta un effetto denominato “soft focus”.
In particolare, le molte informazioni visive presenti in natura stimolano le capacità di percezione del nostro sistema cognitivo. Circa un terzo dei neuroni della nostra corteccia è dedicato alla percezione visiva. Eppure, anziché esserne affaticati, gli stimoli visivi extra che percepiamo in ambienti naturali sono ciò che il nostro cervello preferisce rispetto ad ambienti che possono sembrare più ordinati ma molto meno attraenti (in particolare gli ambienti artificiali).

I ricercatori hanno studiato come ci sentiamo quando siamo in natura e utilizzano l’espressione “fluidità percettiva” per descrivere come la natura ci faccia sentire. Sembra che stare in natura offra al nostro cervello una pausa e stimoli in noi emozioni positive in quanto riusciamo ad assorbire informazioni senza sforzo mentale.
Curve naturali, poche linee rette, una miriade di sfumature e colori, accompagnati da diversi tipi di luce e suoni, vengono letti come più coerenti dal nostro sistema percettivo rispetto ad ambienti artificiali.
Questa “fluidità percettiva” e uno stato di attenzione “rilassata” attivano il DMN e i ricercatori ipotizzano che ciò consenta al cervello di associare liberamente aspetti dell’ambiente con i nostri pensieri, idee e ricordi. Lo stato mentale di attenzione “rilassata” può favorire la creatività perché il nostro cervello diventa aperto a connessioni e associazioni che non cogliamo quando siamo attivamente concentrati su qualcosa.

Del resto a quanti di noi è capitato: se abbiamo un problema da risolvere pensarci ostinatamente non sempre ci aiuta a trovare una soluzione, al contrario di una passeggiata in mezzo alla natura che sembra avere l’effetto di rigenerare le nostre idee. Ho letto per esempio che alcune delle intuizioni più rivoluzionare dei fisici quantistici di inizio ‘900 sono proprio avvenute così, con una passeggiata in riva al mare o in un bosco.
Le ricerche su questi temi rappresentano una base scientifica fondamentale per lo sviluppo dei percorsi di Ecopsicologia. Se hai il desiderio di approfondire alla fine dell’articolo troverai alcuni riferimenti bibliografici, oltre al link all’articolo di “Allos Australia” già citato.
La psicologia ambientale e le neuroscienze si interrogano da tempo sui meccanismi neuronali e fisiologici che il trascorrere tempo in natura attiva in termini di cambiamenti delle percezioni, degli stati d’animo, dei pensieri e anche dei comportamenti.
Ma altrettanto affascinante per me è prestare ascolto anche ad una dimensione più profonda, personale, affettiva della relazione con la natura.
Barry Lopez, considerato come il più grande scrittore americano di paesaggi, nel libro “Una geografia profonda” (Galaand Edizioni) scrive:
“A un livello inespresso, l’intimità con la Terra fisica sembra risvegliare in noi una conoscenza atavica dei legami emotivi, oltre che di quelli biologici, con i paesaggi materiali. Sulla base delle mie ricerche, credo che gli esseri umani sperimentino regolarmente questa connessione primitiva come un piacere diffuso e ineffabile (…)”.
E ancora: “Non è difficile immaginare che un tempo ognuno di noi provasse un fondamentale senso di benessere che sgorgava direttamente dall’intimità, dallo scambio continuo con la profondità nascosta nei luoghi che occupavamo”.
Davide Sapienza, il traduttore e curatore del libro, scrive della post fazione “la domanda centrale di tutti i lavori di Lopez risuona ancora più cristallina, lucida, potente e rimane sempre la stessa: che effetto ha il cambiamento del landscape (il paesaggio) sull’immaginazione dell’uomo, sulla sua cultura?”.
Barry Lopez afferma di essere più preoccupato del destino della nostra immaginazione che di quello biologico della specie umana. Per Davide Sapienza “Lopez tocca il punto nevralgico dell’intoppo che viviamo in questa epoca. E’ qui il fondamento tra paesaggio esteriore e paesaggio interiore, quel confine sottile dove risiede l’unicità di ogni creatura che rischia di andare perduta”.

L’intimità con i paesaggi che abitiamo è una questione centrale per l’uomo e per la ricchezza dell’esperienza umana. Un’intimità che è fatta di conoscenza, di osservazione, di ascolto, anche di assenza di pregiudizio, in fondo un atteggiamento non tanto differente da quello che esperiamo (o ambiamo ad esperire) nelle relazioni con altre persone. Entrare in intimità e dialogo con i paesaggi naturali, inclusi gli animali e le comunità umane che li abitano, per sentirci più interi, vivi, unici.
E a proposito di animali in un prossimo articolo mi ripropongo di riparlarne con lo sguardo dell’Ecopsicologia, nel frattempo ti consiglio di ascoltare un podcast appassionante che ho incontrato di recente, credo non per caso: “Nelle tracce del Lupo” di Davide Sapienza e Lorenzo Pavolini, con musiche originali di Francesco Garolfi, disponibile sulla piattaforma Rai Play Sound (link alla fine dell’articolo).
Il protagonista del podcast è un animale mitico, una creatura che ha esercitato ed esercita su noi umani attrazione, fascino, timore, un animale “totem” il cui incontro immaginario può farci contattare la nostra selvaticità. Un podcast avvincente, accompagnato dalle voci di chi conosce il lupo, lo ha incontrato, lo studia, lo osserva, divide lo spazio di vita con questo animale affascinante, sfuggente, misterioso e divisivo.
Un animale, il lupo, che popola la nostra immaginazione dalla notte dei tempi, e ispira le parole dei poeti.
Lo
senti il lupo
che (di)segna le
distanze del mondo,
il geometra selvatico, là,
intorno, semina le sue mille
orecchie a segnavia per coloro
che tra una, due o tre generazioni
torneranno qui, sotto lo stesso sole,
sotto le stesse nuvole in cammino,
rispondendo all’istinto, alla fame
incolmabile di spazi. Lo senti il
lupo che divora le sue cento
code raspose, omaggio ai
cacciatori di diavoli che
la notte affrescano
inferni sulle pareti
delle cappelle diroccate,
ai margini del bosco, dove
credono che Dio si sia ridotto
a crescere sottoforma di radice
di sambuco. Lo senti il lupo
che ti vede coi suoi occhi
macchiati di sangue, sa
che esci e inginocchi,
che mangi foglie e
posi le mani sul
grembo ferito
della madre
Terr
a
La poesia, o natura miniata come la definisce l’autore, si intitola “Lo senti il lupo” ed è di Tiziano Fratus, cercatore di alberi monumentali, scrittore e poeta, pubblicata nel libro “Sutra degli alberi” (Edizioni Piano B).
E tu, cosa diresti al lupo se lo incontrassi, cosa rappresenta per te, per la tua immaginazione, per la tua idea di Natura, il lupo?

Bibliografia
Giuseppe Barbiero e Rita Berto, “Introduzione alla biofilia. La relazione con la natura tra genetica e psicologia” – Carocci Editore
https://www.allos.com.au/mental-health/neuroscience-nature-outdoors-benefits-brain/
Tiziano Fratus, “Sutra degli Alberi” – Edizioni Piano B
Barry Lopez, “Una geografia profonda – Scritti sulla Terra e l’Immaginazione” – Galaand Edizioni
Davide Sapienza, Lorenzo Pavolini “Nelle tracce del Lupo” podcast https://www.raiplaysound.it/programmi/nelletraccedellupo
Il paesaggio tra selvaticità e immaginazione
"La via più chiara per penetrare nell'universo passa per l'intrico di una foresta" (John Muir)